martedì 13 dicembre 2016

Naufragio aprile 2015 condannato il capitano

Il tribunale di Catania ha emesso la sentenza riguardo al disastroso naufragio avvenuto al largo delle coste libiche il 18 aprile 2015. Il conducente della nave Mohamed Ali Malek è stato ritenuto responsabile della morte dei più di 700 profughi ed è stato condannato a diciotto anni di reclusione (la pena è stata ridotta di un terzo per aver fatto ricorso al rito abbreviato). La pena risulta comunque breve, se paragonata all'ergastolo inflitto ad un altro traghettatore responsabile di un naufragio, in cui sono morte 17 persone.

Le immagini dell'estrazione della nave:


La ricostruzione dell'episodio è stata possibile anche grazie ai soli 28 superstiti, i quali si sono costituiti parte civile nel processo. Secondo le testimonianze il barcone sovraccarico e le manovre del capitano, in stato di ebbrezza e sotto l'effetto di stupefacenti, hanno provocato lo scontro con il mercantile portoghese King Jacob, che era sul luogo per soccorrere i migranti.
L'imbarcazione si rovesciò e le persone al suo interno, senza nessuna via di fuga, morirono soffocate. Il barcone venne poi recuperato e riportato a galla un anno dopo il naufragio.

La ricostruzione in 3d del recupero della nave:


In quello che ancora oggi è considerato il più grande disastro della storia dell'immigrazione, è coinvolto anche il mozzo di nome Mahmud Bikhit; al quale sono stati assegnati cinque anni di reclusione. Oltre al carcere gli imputati sono tenuti ad un risarcimento da dieci milioni di euro, anche se probabilmente nessuno dei due sarebbero in grado di pagare.

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